Sebastian è inerme sotto la
minaccia di Leo. Brera rinfaccia al ferito che Jacopo non può avere due padri,
uno di loro è di troppo… e quello di troppo è proprio Sebastian! Leo sta per
premere il grilletto quando Fabièn lo colpisce alla testa con un ramo.
Adam arriva troppo tardi: quando si introduce nel vivaio, trova il padre legato e imbavagliato.
Leo è furioso e a farne le spese sono le attrezzature depositate nel magazzino.
Sveva si autocommisera, si
sente indifesa e confida a Brando quello che è sempre stato un suo desiderio:
nel momento della morte, avere come ultima visione il volto dell’amato...
A Milo manca la figura
paterna; Ivan lo ha capito ed ha pure intuito che quella figura potrebbe essere
proprio Damiano. Gli sguardi con i quali il ragazzino osserva Bauer sono
incontestabili. Bettini non vorrebbe che un domani anche la figlia Giulia
soffrisse per la poca vicinanza del padre.
Viola compie gli anni e le
arrivano gli auguri, tramite cellulare, dalla voce metallica. Il suo
ricattatore è nella hall perché sa come la Castelli è vestita e di come si
agita nell’udire la sua voce. Però, quando Brando le chiede perché è così
agitata, la moglie gli mente. Problemi di lavoro.
Ad Adam, invece, Viola
racconta la verità. Lui cerca di calmarla confessandole che il suo amico è
riuscito a risalire all’ip del computer, ed anche al nome del proprietario:
Ramon Perez, guatemalteco. Adam, per rasserenare Viola, le prende la mano e
l’accarezza; Brando, che passa proprio in quel momento, li vede.
L’orologio che Sebastian ha
dato alla vivaista è stato venduto a un ricettatore il quale, leggendo la
dedica sulla cassa, ha scoperto che il proprietario è proprio Castelli. Ora non
resta che chiedere al ricettatore il nome di chi glielo ha venduto. Lo farà
Ettore... (A cura di Francis)