Ettore ricorda. Viveva a
Tangeri e aveva un fratellino, Omar, di 5 anni più giovane. Quando un incendio,
proveniente dalla vicina kasbah, arrivò nella loro abitazione e Omar rimase
inchiodato sotto una trave, lui non ce la faceva a liberarlo, il fumo lo stava
soffocando e scappò. Non si salvò nessuno. Si imbarcò per la Corsica dove venne
ospitato in un orfanotrofio.
Omar aveva solo 3 anni, per
questo probabilmente non lo ha riconosciuto, risponde Ettore a una domanda di
Diana. Però è intenzionato a chiedere al probabile fratello che ricordi ha
dell’infanzia. Poi si recherà a Tangeri per scoprire la verità sull’incendio.
Emma per il momento non deve sapere nulla.
Scusandosi con Cedric, Ettore
gli conferma che i quadri li vuole acquistare veramente, gli ricordano il suo
passato. Il pittore, però, ribadisce che non glieli venderà mai. E avvicinatosi
a Leo, che stava pranzando al winebar con Fiamma, gli propone una
collaborazione.
C’è un’altra trave che blocca
una persona: Brando. Il primo a risvegliarsi dopo la scossa di terremoto è
Adam, praticamente incolume. Invece di soccorrerlo, Adam gli toglie dalla
tasca dei pantaloni il documento che doveva firmare per rendere a Salani le
quote di Serralunga. "Tanto non ti serviranno più", mormora. Brando però si
sveglia a sua volta e chiede aiuto. Vega non ha tempo da perdere, potrebbe
esserci un’altra scossa di assestamento, e scappa. Del resto Brando gli fa più
comodo da morto che da vivo. Ma nel cortile della filanda gli appare la visione
di un bambino - se stesso da piccolo - che gli rinfaccia che lui e Fiamma non lo avrebbero mai lasciato
morire.
Dopo aver lasciato il padre
ancora seduto al tavolo, e al quale aveva nuovamente rinfacciato di averle
rovinato la vita, Fiamma entra nel bagno del centro commerciale e beve
direttamente dalla boccetta tutto l’ansiolitico che essa contiene. Quindi
sviene. Carmen lancia l’allarme... (A cura di Francis)