Scheggia vuole fare uno
scherzo radiofonico ad un politico locale intervistandolo e spacciandosi per un
collega. L’integerrimo Michele non è d’accordo ritenendo che quello che succede
in altre redazioni non solo non è giornalismo ma pure deontologicamente riprovevole.
Quando Saviani riceve la
telefonata di Petrone che lo accusa di aver censurato la trasmissione di un suo
dipendente, Michele non ha peli sulla lingua e si lascia andare a salaci
considerazioni sul target di ascoltatori. Purtroppo per lui all’apparecchio non
c’è il proprietario della radio, ma lo stesso Scheggia che ha imitato alla
perfezione la voce di Petrone. Ma la cosa più deprecabile è che la telefonata è
stata mandata in onda in diretta.
Se ai cantiere Flegrei Marina
e Tommaso sono soddisfatti per l’andamento delle vendite, così non è per quelli
Palladini. A Renato, che rinfaccia a Ferri di aver rinunciato alla commessa di
Finelli, Roberto risponde che è stato lui a non accorgersi dell’andamento
negativo degli affari, dimostrando poca preveggenza.
Franco ha preso la decisione
di denunciare Mauro, rimproverandosi di non aver saputo trasmettere ai ragazzi
il senso di amicizia e di rispetto che lui sperava. Si sente un fallito. Ancora
di più quando, dopo aver spiegato le motivazioni che lo hanno indotto a
denunciare il loro compagno, gli stessi se ne vanno non fidandosi più di lui.
Marina è amareggiata all’idea
che Giorgio possa perdere la paternità di Tommaso; Sartori non vede l’ora di
diventare un Ferri. Serena lo giustifica; Tommaso
sta cercando il suo posto nel mondo nel quale essere accettato e capito. La sua
è sete di giustizia, ma anche di soldi, ovviamente.
Entrando a capofitto al
Vulcano, Tommaso euforico paga da bere a tutti. Offre Tommaso Ferri... (A cura di Francis)