Dopo anni di assenza, adesso
Margherita vuole recuperare il suo rapporto con la figlia. Se proprio vuole
farlo – le risponde Sveva – perché non si trasferisce lei a Torino? Dopo aver
intuito che Sveva ama ancora Brando, Margherita le dà un buon motivo per
abbandonare Serralunga: il documento ritrovato, e che afferma che un terzo del
vigneto è di proprietà del padre, non ha nessun valore. Serralunga non le
appartiene.
Facendo ascoltare a Laura la
musica tratta dal balletto “Il lago dei cigni” di Ciajkovskij, e usandola come
metafora, Leo le vuole far capire che ognuno ha dentro di sé un lato oscuro,
confondendo ancora di più la donna. Prima la tiene prigioniera, poi la assiste
ed infine le fa ascoltare una dolce ma tragica melodia.
Vinicio telefona a Carol per
dirle che è fiero di lei e che deve seguire il proprio cuore. Se ritiene sia
giusto, fa bene a liberare Laura.
Ivan non si trova e Cecilia
pensa – come spesso succede a torto – che sia fuggito. Damiano si sente responsabile
per non aver protetto Frida quando la ragazza, terrorizzata, chiese il suo
aiuto. Ora Bettini rischia la denuncia per probabile omicidio e finire,
pertanto, in carcere a vita.
Il suo alibi è però inattaccabile: era a Milano con la figlia e Viviana.
Quest’ultima lo può confermare. La Castelli lo informa che per il momento è
libero, ma resta pur sempre un indiziato.
Se Sebastian ha seguito Carol
a Marrakech, la polizia ha seguito Sebastian. Cosa è andato a fare Castelli in
Marocco? E’ là che si nasconde Laura? Sebastian è insofferente, ha fretta
perché deve raggiungere a Brindisi, prima che si imbarchi per la Grecia,
Stefania. La donna, ricercata, ha sicuramente bisogno di denaro e Sebastian è
pronto a darglielo se confesserà quello che sa di Laura. Ma anche Cecilia ha
fretta e ordina a Castelli di seguirla in commissariato. Deve interrogarlo.
Frida sta bene e si scopre
essere complice di Zeno. Sono loro due che hanno introdotto al Blue Valentine
il traffico d’oro. Se Bauer ha delle remore a mandare in galera un innocente,
Frida no. Mors tua, vita mea. (A cura di Francis)