giovedì 28 novembre 2013

Centovetrine, riassunto puntata del 28 novembre 2013

Dopo anni di assenza, adesso Margherita vuole recuperare il suo rapporto con la figlia. Se proprio vuole farlo – le risponde Sveva – perché non si trasferisce lei a Torino? Dopo aver intuito che Sveva ama ancora Brando, Margherita le dà un buon motivo per abbandonare Serralunga: il documento ritrovato, e che afferma che un terzo del vigneto è di proprietà del padre, non ha nessun valore. Serralunga non le appartiene.

Facendo ascoltare a Laura la musica tratta dal balletto “Il lago dei cigni” di Ciajkovskij, e usandola come metafora, Leo le vuole far capire che ognuno ha dentro di sé un lato oscuro, confondendo ancora di più la donna. Prima la tiene prigioniera, poi la assiste ed infine le fa ascoltare una dolce ma tragica melodia.

Vinicio telefona a Carol per dirle che è fiero di lei e che deve seguire il proprio cuore. Se ritiene sia giusto, fa bene a liberare Laura.

Ivan non si trova e Cecilia pensa – come spesso succede a torto – che sia fuggito. Damiano si sente responsabile per non aver protetto Frida quando la ragazza, terrorizzata, chiese il suo aiuto. Ora Bettini rischia la denuncia per probabile omicidio e finire, pertanto, in carcere a vita.
Il suo alibi è però inattaccabile: era a Milano con la figlia e Viviana. Quest’ultima lo può confermare. La Castelli lo informa che per il momento è libero, ma resta pur sempre un indiziato.

Se Sebastian ha seguito Carol a Marrakech, la polizia ha seguito Sebastian. Cosa è andato a fare Castelli in Marocco? E’ là che si nasconde Laura? Sebastian è insofferente, ha fretta perché deve raggiungere a Brindisi, prima che si imbarchi per la Grecia, Stefania. La donna, ricercata, ha sicuramente bisogno di denaro e Sebastian è pronto a darglielo se confesserà quello che sa di Laura. Ma anche Cecilia ha fretta e ordina a Castelli di seguirla in commissariato. Deve interrogarlo.


Frida sta bene e si scopre essere complice di Zeno. Sono loro due che hanno introdotto al Blue Valentine il traffico d’oro. Se Bauer ha delle remore a mandare in galera un innocente, Frida no. Mors tua, vita mea. (A cura di Francis)