giovedì 23 gennaio 2014

Centovetrine, riassunto puntata del 23 gennaio 2014

Dopo il collasso, Leo è entrato in coma. Carol accusa Laura, è tutta colpa sua se il marito è in fin di vita. Nonostante il bene che le hanno fatto, Laura non ha creduto alle loro buone intenzioni, e questo è il risultato. Però un risultato Carol lo ha ottenuto, ha capito di volere bene a Brera. E glielo confessa, al suo capezzale, tenendo la mano dell’uomo fra le sue. “Svegliati – gli mormora – ho ancora bisogno di te”.
Ivan è adesso un uomo libero e conosce pure il nome dell’assassino di Oriana. Nonostante la giustizia ottenuta, non è però né sereno né in pace con se stesso. Oriana non ritornerà in vita. "E Zeno che fine ha fatto?", vuol sapere Bettini. Damiano gli riferisce che il fratello è scappato, ma che prima di farlo gli ha telefonato comunicandogli dove poteva trovare i suoi complici.
Ma Zeno non è fuggito, è tornato a villa Castelli proprio mentre Cecilia stava indossando, malinconicamente, l’abito da sposa. Non poteva scappare, ammette Bauer, senza rivederla e chiederle di partire con lui e di ricominciare una vita nuova, dove nessuno li conosce. La risposta della Castelli è tempestiva: impugnata la pistola, gliela punta alla tempia: è in arresto!

Se proprio vuole continuare a vederla, Jacopo deve rinnegare il padre. E’ questo il prezzo che Fiamma chiede al figlio di Sebastian. Ci pensi, e poi, se decide di accettare la sua proposta, vada a Rapallo dove lei lo aspetta sullo scoglio dove si sono incontrati per la prima volta.
E’ stata trovata la pistola di Sebastian, ma dell’uomo e della sua auto nemmeno l’ombra. Dai rilievi effettuati risulta che la pistola ha sparato di recente, ed è compatibile con quella che ha ferito quasi mortalmente Leo. Valerio, nel comunicarlo a Laura e a Jacopo, annuncia loro che è stato emesso mandato di cattura nei confronti di Sebastian per tentato omicidio. Bettini non crede affatto, come gli suggerisce Jacopo, che Sebastian abbia sparato per legittima difesa.
E i guai per l’ingegner Castelli non sono finiti qui. Ettore, materializzandosi sull’uscio dell’ufficio presidenziale, gli rivolge le stesse domande che fece poco prima a Carol. Cosa è successo in soli pochi mesi dalla sua assenza?
Rivolto a Castelli, gli rinfaccia di aver lasciato un impero e ora trova solo macerie. Resterà a Torino per il bene della holding. “Ora si fa come dico io”, annuncia minacciosamente. Bentornato Ettore! (A cura di Francis)