Carol non si presenta al
Consiglio di Amministrazione suscitando perplessità in Ettore. C’è qualcosa che
gli sfugge, particolarmente quando la segretaria gli porge il contratto firmato
con gli armeni. Ivan è sorpreso; strano, lui non lo ha ancora chiuso con i
clienti. A maggior ragione, l’assenza della Grimani insospettisce Ettore: con
quel contratto in mano sarebbe stata nominata, senza difficoltà, Amministratore
delegato della holding.
L’assenza di Carol ha però
una ragione. Ha raggiunto Leo sull’aereo che lo sta portando a Buenos Aires,
proprio mentre Brera si sta togliendo la fede dal dito. Rinfilandogli l’anello
al dito, Carol gli confessa che non vuole avere rimpianti: lo seguirà ovunque
vada, è troppo importante per lei.
Pur non essendo soddisfatta
della richiesta di Jacopo, Diana non gli metterà il bastone fra le ruote e
firmerà i documenti per l’annullamento del matrimonio. Ed ora che non ha più
nessun legame, decide di lasciare Torino e tornare ad Hong Kong. Ettore la vede
troppo triste e sconsolata per lasciarla andare, e la convince a restare con
lui.
Se Viola non ha i soldi per
pagare il ricattatore, Adam sa dove trovarli. Un suo amico è disposto a
finanziarla con tasso agevolato. Servono però delle garanzie e queste potranno
essere date tramite le quote in possesso di Viola di Serralunga. Magari, le
suggerisce Adam, le quote potrebbero essere intestate a lui, restando così
praticamente in famiglia. La Castelli gli potrà restituire il prestito poco
alla volta. Basterà un accordo informale fra di loro... e Brando non saprà mai
nulla!
Cecilia arresta Viola e
Brando le urla di essere una assassina. Per fortuna è un incubo. Viola ha solo
44 ore per evitare che ciò accada veramente. (A cura di Francis)