martedì 25 novembre 2014

MAJOR CRIMES, il nuovo telefilm di Rete 4 dal 26 novembre


In “Major Crimes” - al via su Retequattro in prima visione in chiaro dal 26 novembre, ogni mercoledì, in prima serata - spin-off dell’acclamata “The Closer”, il passaggio del testimone tra le due serie e rappresentato da Mary McDonnell e Kyra Sedgwick (Golden Globe come Miglior attrice protagonista nel 2006 per il poliziesco di cui è stata protagonista per sette stagioni). 

Mary McDonnell - nominata agli Oscar per “Balla coi Lupi” e “Amori e amicizie” e star della serie culto “Battlestar Galactica” - ha fatto parte del cast di “The Closer” dal 2009. Il suo personaggio, nello spin-off passa da antagonista a protagonista. «Non è stato semplice», ha raccontato l’attrice. «Ho dovuto lavorare molto per poter interpretare il più autenticamente possibile le nuove caratteristiche di Sharon». 

L’ideatore di entrambe le serie James Duff, ne ha evidenziato le differenze spiegando che «se “The Closer” si concentrava quasi esclusivamente sull’interrogatorio e sulla confessione, “Major Crimes” va oltre per mostrare tutto il meccanismo della giustizia, arrivando sino al momento della condanna».


SINOSSI Il procedural, rinnovato per la quarta stagione negli Usa, mantiene il cast di “The Closer” e vede Sharon Raydor (McDonnell), antagonista di Brenda Leigh Johnson (Sedgwick), diventare il nuovo capitano del dipartimento di polizia di Los Angeles. L’incarico non semplice: da quando Johnson ha lasciato il distretto è diventato difficile far rigare dritto la squadra di detective capitanata dalla Raydon. Alcuni elementi nutrono rancore nei confronti del nuovo capitano: nel passato, la donna aveva avanzato critiche contro il distretto e messo in dubbio la gestione del team del suo predecessore. CRITICA «La protagonista comanda il distretto con piacevole crudezza e risolve i casi con logica stringente» (Ken Tucker - “Entertainment Weekly”) «A chi è piaciuto “The Closer” troverà una ragione in più per amare “Major Crimes”» (Brian Lowry - “Variety”) «Come in “The Closer” c’è un ottimo equilibrio tra dramma sociale e questioni personali, aspetti più duri e quelli più leggeri, tra esagerazioni da fiction e temi autentici» (Robert Lloyd - “Los Angeles Times”).